di Stefano Stefanel

Con il 2019 se ne è andato anche il primo anno della nuova Ranking, che ha sostituito quella “vecchia” inventata da me approvata dai vari Consigli di settore. E’ evidente che io sono di parte e che tendo a difendere il mio lavoro, ma il lettore potrà constatare se le mie considerazioni sono mosse da un pregiudizio oppositivo nei confronti del Consiglio di Settore o da considerazioni proprie di chi si trova a gestire un’Associazione Sportiva Dilettantistica.
Gli elementi che rendono “sbagliata” l’attuale Ranking List sono essenzialmente tre.

ECCESSIVA VELOCITÀ’ NELLA PERDITA DEI PUNTI IN RAPPORTO AI SOLDI CHE BISOGNA SPENDERE PER FARLI.

I punti accumulati si perdono troppo in fretta in rapporto ai soldi che sono costati. Nella precedente Ranking List ogni anno i punti venivano dimezzati (o ridotti a un quarto) fino a diventare meno di tre e poi erano eliminati. Un atleta che aveva avuto buoni risultati e che poi si fermava comunque ci metteva quattro o cinque anni per azzerare i suoi punti. Nell’ambito di un sistema professionistico o per una qualificazione olimpica questo sistema era sbagliato, ma in un sistema di dilettanti questo garantiva una discesa lenta in classifica, al riparo da infortuni, impossibilità economica di partecipare a tutte le gare, garbugli arbitrali. Ora invece dopo un anno tutto si dimezza e dopo due tutto sparisce. Questo metodo non tiene in minimo conto i soldi che costa fare punti e la necessità di veder riconosciuto il proprio lavoro: sembra che tutto sia diventato improvvisamente professionistico e che il metodo per qualificare alle Olimpiadi debba corrispondere a quello per qualificare gli Esordienti alla finale.

PENALIZZAZIONE DEI GIOVANI NEL PASSAGGIO DI CLASSE.

La diminuzione repentina dei punti porta a situazioni paradossali, legate al punteggio di 135 punti per partecipare all’attività internazionale. Un esordiente che a dicembre 2019 si trova a 260 punti il 1° gennaio 2020 si trova a 130 punti, cioè fuori dall’attività internazionale. Ma quei 260 punti sono costati moltissimi soldi ed è assurdo che non gli valgano un’European Cup. Anche perché nelle European Cup si fanno punti per la Ranking List che qualifica per gli italiani e dunque solo alcuni possono farlo da subito, mentre altri devono aspettare di andare a recuperare altri costosi punti. Con questo metodo poi un giovane che si infortuna o che cambia peso si trova con pochi punti e deve partecipare a tutte le gare e tutto questo rende troppo onerosa soprattutto chi fa judo in luoghi periferici d’Italia.

MIGLIORI CINQUE PUNTEGGI.

E’ una norma forse intelligente per la qualificazione alle Olimpiadi, ma nella Ranking italiana mette in discussione sempre tutti e tutto e quindi è solo penalizzante. Se – poniamo – un atleta fa una grande annata e recupera molti punti, poi magari si ferma per infortunio o perché ha finito i soldi, invece di mantenere i punteggi acquisiti li vede dimezzarsi in fretta e quindi deve farne subito altri, perché un punteggio dimezzato viene superato da moltissimi punteggi interi. Questo perdere tutto in fretta è uno schiaffo ai club che investono in attività durante vari anni e che vorrebbero far crescere i propri atleti in maniera armonica. Inoltre mette gli atleti in costante posizione di incertezza con perdite, in un solo colpo, anche di trenta o quaranta posizioni in classifica.
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Due brevi parole conclusive: sembra quasi che la Federazione voglia un’attività nazionale che di quella internazionale prenda soprattutto i lati più costosi. Le Associazioni Sportive rimangono entità dilettantistiche, che vorrebbero avere la possibilità di partecipare all’attività senza rischiare il tracollo economico. E la finale di Coppa Italia ne è stato l’esempio più eclatante: la Ranking List non è servita a nulla, perché alla fine si andava in finale con 5 punti (cioè essendo arrivati ultimi a una gara di Gran Prix), un po’ uno schiaffo per chi i punti (tanti o pochi) comunque se li era andati a prendere in giro per l’Italia.
Inoltre la Ranking dovrebbe servire alle società per pianificare e dunque poter contare su punteggi che restano nel tempo e si aumentano. Un sistema in cui solo l’algoritmo capisce come si contano i punti non aiuta chi vuole fare sport in modo normale.

PDF: Questa Ranking è sbagliata