di Stefano Stefanel

L’evoluzione del judo agonistico a tutti i livelli si è popolata di fili. Fili per collegare i computer, i care system, le bilance, i terminali delle iscrizioni, le stampanti. Avere tanti fili per fare una gara di judo presuppone anche avere tanta gente che presidia monitor, stampanti, telecamere, ecc. Tant’è che la figura fondamentale perché ci sia una gara di judo è il presidente di giuria, senza il quale arbitri e atleti nulla possono fare. Quindi può succedere (e magari succede) che ci siano più presidenti di giuria che atleti e la gara vada via con la solita olimpica calma (prima rendiamo operativi i fili, poi facciamo la gara), mentre non può avvenire che ci siano atleti e arbitri e medico e ambulanza e premi e qualcuno che sappia fare qualcosa se non arriva il presidente di giuria che presidia i fili, solo se funzionanti. Qualcuno che mi conosce sa che la società che ho fondato organizza un’European Cup juniores e quindi di fili a scopo di judo me ne intendo. Il Judo Kuroki nei suoi 43 anni di vita ha organizzato 645 gare di vario tipo e livello, ma non tutte con i fili necessari ad organizzare un’European Cup (quest’anno: 464 atleti di 29 nazioni), anzi qualcuna senza nessun filo. Tra tutte citerei la Clavais Cup, 5 atleti, ma zero fili.

°°°°°

Quarant’anni fa un atleta austriaco ci invitò a una gara seniores a Hofkirchen an der Trattnach nel salisburghese il 27 agosto. Partimmo in otto, il peso era alle 14.00, ma noi arrivammo nel paesino alle 12.00 e non c’era nessuno. Per fortuna il paese era piccolissimo e individuammo una palestrina di scuola elementare, chiusa. Alle due in punto arrivò il nostro amico con una bilancia portatile da camera a pila e nel piccolo parcheggio all’aperto ci pesò. Alle 14.30 aprì la palestrina e c’erano due tatami 5 per 5 con un metro di bordo che finiva sul muro. Tra i due tatami c’erano due metri e in un angolo c’era un banco di scuola elementare con due gong e quattro cronometri. Alle 14.45 c’eravamo solo noi. Alle 14.50 arrivarono tre furgoni austriaci e uno tedesco e scesero una ventina di atleti austriaci (la nazionale A del tempo) e una mezza dozzina di tedeschi (i migliori della Germania del tempo). Zoppicando mi abbracciò l’amico Josef Reiter che aveva da poco vinto il bronzo olimpico dopo un verdetto scandaloso contro il nostro Sandro Rosati, che mi spiegò che non poteva fare perché si era fatto male. Anche loro si pesarono tutti nel parcheggio. Poi arrivarono alle 14.58 due atleti in bicicletta e si pesarono anche loro. C’erano in gara varie medaglie europee, gente che aveva fatto i mondiali e tre reduci dalle olimpiadi. Due ore di gara (l’arbitro dava mattè prima che ci spiaccicassimo sul muro) e piccole medaglie di premio. All’uscita al posto della bilancia c’era un baracchino che vendeva birra e salsicce.

°°°°°°

Chi pensa che io, da persona anziana, voglia trasformare le attuali gare in quella di Hofkirchen di 40 anni fa si sbaglia. Voglio solo dire che tra la gara austriaca di quel tempo e le nostre ci sono molte vie intermedie, ma soprattutto c’è da considerare il rapporto tra il judo e i fili. Troppi fili vogliono dire troppi soldi necessari, troppe persone impegnate, troppa burocrazia e quindi o si hanno 1.000 atleti in gara o si perdono soldi. Ma se in una gara ci sono 1.000 atleti vuol dire che 500 perdono un incontro e vanno a casa. Non il massimo. In Austria quella volta le abbiamo prese, ma è stato molto interessante: c’era molto judo.

Io penso che la diminuzione dei fili corrisponda ad una diminuzione dei soldi necessari per organizzare una gara, degli arbitri e dei presidenti di giuria da pagare, dei tecnici informatici da assoldare, della burocrazia da mettere in atto, del tempo che si sta in palestra. Gli altri sport fanno così: a noi pare piacciano l’informatica, la burocrazia, lo stare una vita dentro un palazzetto, le categorie con 90 atleti in gara.

Però è anche vero che per togliere i fili bisogna avere gente svelta e sveglia a scrivere, arbitri che sappiano arbitrare il tatami e non la televisione, misure dei tatami di gara più leggere, presidenti di giuria che sappiano fare i ripescaggi senza l’ausilio del computer e magari qualcosa di meno impegnativo di un ospedale da campo come assistenza. Certo che se i fili aumentano (e pare che aumentino) e tutte le gare devono scimmiottare un’ European Cup se uno vorrà fare un’attività sportiva a misura d’uomo dovrà andare a giocare a pallone (ma questo magari già accade).