di Giuliano Casco

Grazie ad un certosino lavoro di catalogazione dell’archivio fotografico del Kuroki, fatto in questi ultimi mesi da Aurora (che ringrazio tantissimo), è tornata fuori questa…
A prima vista sembra una semplice e banale foto di squadra, in realtà per me rappresenta una delle gare più belle e particolari che io abbia mai fatto. Si tratta di una meravigliosa trasferta che è stata roccambolesca sin dall’inizio.
Con me c’erano 4 amici: Kunta, Johnny, Samo e Spale
Stefano (Stefanel) ci dice: “Ci dovrebbe essere una gara a squadre a Parigi, preparatevi! Seguiranno i dettagli della trasferta….”
Io, come al solito, inizio il calo peso e faccio cambiare la pompa della benzina perchè il meccanico mi dice che probabilmente non saremmo tornati a casa con quella vecchia. I giorni passano e i dettagli non arrivano e/o non si trovano.
– “Maestro cosa facciamo? andiamo lo stesso?”
– “Certo, intanto partite e andate in direzione di Parigi… poi per strada ogni tanto vi fermate e mi chiamate e io vi aggiorno”(già… “vi fermate e mi chiamate” perchè i cellulari non avevano ancora la diffusione attuale e si doveva usare un telefono fisso di una cabina telefonica)
e così facciamo. Partiamo. Arriviamo a Tarvisio e facciamo la prima chiamata: “Nessuna novità. andate avanti”
In Austria la seconda chiamata con la stessa risposta della prima.
Arriviamo in Germania, telefonata e scopriamo solo che era stata coinvolta anche Sara nel tentativo di reperire qualche info in più sfruttando la sua conoscenza del francese.
Risaliamo in macchina e Kunta insiste per guidare. Per uscire dal parcheggio ci abbiamo messo una mezz’ora abbondante perchè non sapeva come togliere il freno a “piede” e mettere la retromarcia del mio barel (vecchio Mercedes 200 station che funzionava miracolosamente ingurgitando ettolitri di benzina e si lubrificava con una miscela variabile di olio e acqua). Quando siamo riusciti a rientrare in autostrada Kunta era isterico e noi con il mal di pancia a forza di ridere.
Nel profondo della Germania, quasi al confine con la Francia qualche fumosa informazione arriva.
Arriviamo a Parigi ed in qualche maniera troviamo la palestra dove gli amici francesi, avvisati da Sara del nostro probabile arrivo, ci stanno fastidiosamente aspettando. Spinti da compassione e da qualche nostra “discreta e poco insistente” pressione…. Ci concedono di pesarci ufficialmente. Poi chiediamo di mangiare qualcosa; questa parte però non sono in grado di descriverla perché l’ho rimossa (ci sarà anche un perché…)
Mattina seguente gara con formula per noi inusuale. Gironi all’italiana da 5 squadre, le prime due di ogni girone vanno poi a comporre il classico tabellone.
Iniziamo il riscaldamento nella solita divertente atmosfera che ci accompagnava dall’inizio del viaggio. Ci guardiamo in giro e ci rendiamo conto che con molta probabilità non vinceremo neanche un incontro. Questa cosa però non ci getta nello sconforto anzi, sembra quasi che ci tolga quel minimo di ansia da desiderio di vittoria. Continuiamo a ridere e a divertirci.
Inizia la gara. Viene sorteggiato il peso con cui le squadre inizieranno a combattere; sono i 90kg. La mia categoria. 1° incontro con la nazionale Tunisina. Io vinco ma come squadra perdiamo 3 a 2. Tutto come da programma. Il bello inizia adesso. Dal secondo incontro di squadra in poi, qualcosa cambia, da “Squadra Materasso” diventiamo la “Brutta Sorpresa” di tutte le squadre che incontriamo. Vinciamo tutti gli incontri ed arriviamo alla finale. Siamo una squadra. Compatta, affiatata e dannatamente efficace. In più ci stiamo divertendo da matti. Più vinciamo (a suon di Ippon) e più la cosa ci sembra incredibile e ridiamo. Non ci sembra vero.
Finiscono le eliminatorie con un numero di incontri che onestamente non ricordo, ma sono tanti e a dispetto di ogni più rosea previsione, siamo noi che dobbiamo disputare la finale con i favoritissimi padroni di casa. C’è una pausa di qualche ora. La finale si sarebbe dovuta svolgere in serata al cospetto delle autorità e del pubblico (che in Francia esiste veramente ed è anche numeroso). Vista la situazione incredibile e imprevedibile legata ad una sconosciuta squadretta italiana che arriva in finale a Parigi, probabilmente gli organizzatori si sono sentiti in dovere di fare qualcosa per noi. Al buffet a cui veniamo invitati dopo le eliminatorie, durante la pausa di preparazione per la finale, scopriamo che è stato mandato a chiamare l’Ambasciatore Italiano, che quando ci vede una delle prime cose che ci dice dopo le formalità di rito è: “Ragazzi tutto ok? Avete combinato qualche guaio? Perché mi hanno invitato a presenziare alla gara poco fa…”. Noi ridiamo e lo tranquilliziamo. Johnny non perde occasione per proporsi a qualsiasi ruolo pur di andare a lavorare in ambasciata a Parigi. Sì sarebbe anche sacrificato a fare da guardia del corpo alla moglie dell’ambasciatore.
Piccola pausa in camera in un clima surreale e poi rientro in palestra per finire la gara.
La vista del parterre di gara per me è mozzafiato. Il grande palazzetto è completamente buio con le luci accese solo sopra il nostro tappeto di gara. Non mi era mai successa una cosa simile prima. La finale non è a lieto fine perché in mezzo a veri cori da stadio perdiamo 3 a 2, ma vendiamo carissima la pelle ed il pubblico ce ne rende merito con un bellissimo applauso alla fine. Siamo dispiaciuti perché il miracolo è stato solo sfiorato, ma siamo anche euforici dall’incredibile e inaspettato risultato. Ci premia un mostro sacro francese Stephane Traineau che probabilmente quando gli abbiamo chiesto di fare una foto assieme, non si aspettava di farla con Igor sopra le sue spalle. Un po’ di imbarazzo ma.. continuiamo a divertirci.
Nonostante siano passati 20 anni i ricordi di questa trasferta continuo a viverli con il sorriso stampato in viso.
EPINAY SUR SEINE (Parigi). 31 marzo 2001 . Tournoi international de la Ville