La forza della (nostra) volontà

 

Il 38° Trofeo Tarcento – 10° European Cup juniores si è concluso: è stato un grande successo tecnico e organizzativo e questo ci rafforza nella convinzione che abbiamo fatto bene ad organizzarlo. Ora la gara è consegnata con i suoi dati alle statistiche, che diventano l’elemento su cui ciò che abbiamo fatto verrà ricordato e analizzato. Le statistiche parlano di un successo indiscutibile e di un’organizzazione che non ha lasciato spazio all’improvvisazione. Il limite degli atleti partecipanti alla gara era di 350 e ci sono stati in gara 353 atleti (224 maschi e 129 femmine), l’esame arbitrale si è svolto in un clima ottimo, le nazioni presenti sono state 32 di 3 continenti (Italia, Ungheria, Slovenia, Croazia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Canada, Francia, Georgia, Russia, Polonia, Israele, Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Olanda, Norvegia, Danimarca, Serbia, Lettonia, Estonia, Lituania, Gran Bretagna, Romania, Liechtenstein, Tagikistan, Svezia, Kosovo, Finlandia, Repubblica Dominicana) e 15 di queste sono andate in medaglia. La compagine italiana è stata la più numerosa con ottimi risultati in un clima molto acceso e competitivo, ma di grande organizzazione.

Il Trofeo Tarcento di quest’anno ha visto il “record” di presenze EJU alla gara: c’erano, infatti, Wieslaw Blach (amico del Judo Kuroki di vecchia data e vincitore dell’edizione 1989 della gara), Franky De Moor, Aleksandr Jatskevitch, PasqualeTonino Chyurlia, Metin Ozkan, Pavel Volek, Peter Hidas, Branislav Crnogorac, Sara Rosenkranz. Questa massiccia presenza EJU a Udine testimonia l’importanza che l’Unione Europea Judo ha dato alla manifestazione.

Abbiamo fortemente voluto questa gara perché davanti alla pandemia riteniamo si debba agire per sfide e non per rassegnazione. Dato che attorno c’è il nulla o poco più e vista l’impossibilità di organizzare gare di livello medio o basso abbiamo deciso di non mollare almeno con il Trofeo Tarcento, in questo supportati dalla Fijlkam nazionale, che ci è stata vicinissima e senza il cui apporto nulla avremmo potuto fare, dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Udine e Tarcento che hanno capito la necessità di dare forza all’evento. Abbiamo deciso a mente serena e con l’incoscienza motivata di chi fa da sempre sport e lavora per lo sport che eravamo disponibili a correre tre rischi che, per un club e non una federazione o un ente, possono essere letali e che crediamo sia corretto illustrare affinché ci si possa rendere veramente conto della portata di quanto abbiamo fatto:

  • Rischio sanitario: non abbiamo notizia di un club che abbia organizzato un grande evento in regime di pandemia; il protocollo EJU è stato eccezionale e ha funzionato alla grande, garantendo alti livelli di protezione a tutti i partecipanti all’evento; il rischio che ci fosse qualche positivo tra gli atleti c’è sempre stato e questo era stato messo nel conto e sarebbe stato gestito con il Covid manager del LOC e lo staff della commissione Medica EJU. Molto più critica sarebbe stata la situazione se il contagio avesse colpito i nostri volontari e una parte della struttura di gestione fosse stata messa in quarantena.
  • Rischio economico: le ultime due gare (2018 e 2019) avevano visto il record dei partecipanti ad un’European cup juniores (603) e quindi ad un introito di quote d’iscrizione che garantiva la sicurezza economica; con i protocolli Covid ed il limite massimo a 350 atleti l’equilibrio economico non è mai stato scontato; inoltre la data propostaci in un periodo vincolato della EJU (settimana di Ferragosto) poteva farci trovare senza volontari disponibili nella settimana topica delle vacanze italiane e quindi ci avrebbe costretto a contrattualizzare personale esterno; l’impatto della pandemia e le relative conseguenze hanno sicuramente auto un incidenza economica non trascurabile.

Anche il numero degli atleti partecipanti, seppur ridotto, non era certo.

  • Rischio sportivo: una gara di judo a Ferragosto in Italia non ci risulta sia mai stata organizzata e potevamo trovarci davanti ad una manifestazione con pochi partecipanti e di bassa qualità, con un danno tecnico e di immagine notevole, che avrebbe avuto pesanti ricadute sull’organizzazione.

La nuova location del pala indoor di Udine “Ovidio Bernes” infine ha implementato le variabili da gestire nonostante l’esperienza consolidata nella gestione dell’evento.

 

Pur davanti a questi rischi, abbiamo intrapreso la sfida, certi della nostra forza, ma ancor più certi della nostra volontà. Nel 40° anniversario della nostra fondazione abbiamo affrontato la sfida più difficile della nostra storia perché crediamo nello sport, nel volontariato e in noi stessi. Abbiamo così, anche alla luce di alcuni scetticismi serpeggianti fra gli addetti ai lavori, che con la volontà ed una ottima organizzazione “si può anche fare”.

 

Ci siamo dati un’organizzazione sempre più efficiente ma anche flessibile alla mutazione delle situazioni da affrontare che ha avuto dei responsabili che non hanno sbagliato un colpo:

  • Manuela Tondolo da direttore generale ha gestito il Trofeo in regime di pandemia come se fosse stato un Trofeo normale, con non pochi problemi (bolla, protocolli covid, tamponi, procedure di sanificazione, ecc.);
  • Gianluigi Pugnetti che ha gestito da Event Manager la gara in maniera impeccabile interfacciandosi sempre con l’EJU e garantendo uno standard di sala altissimo;
  • Gino Gianmarco Stefanel, che ha gestito la comunicazione ed il marketing in maniera formidabile, in accordo con l’EJU e senza tanti inutili formalismi, mostrandosi competente nella gestione dei social e puntuale su informazioni e risultati;
  • Sara Moretti che ha gestito accrediti, l’ospitalità e tutti i transfer in maniera eccezionale (lodata in questo dall’EJU e non solo);
  • Giuliano Casco, un grande presidente, che ha lavorato in maniera continua gestendo tutta la parte informatica coordinando e supportando con intereventi decisivi nei momenti strategici;
  • Loris Clocchiatti, Massimo Nocent, Matteo Gerussi che nei loro settori hanno mostrato abnegazione, competenza e senso di responsabilità;
  • Tiziano Tieppo ormai con un’esperienza consolidata nella gestione delle fasi del peso e del controllo judoji, si è dimostrato sempre preciso, puntuale e partecipe.

 

Come dichiarato durante il sorteggio da Gianluigi Pugnetti, un grande plauso va a tutti i nostri volontari, il vero cuore dell’organizzazione senza i quali l’evento non si sarebbe potuto realizzare. Lavorando con abnegazione, allegria e forte spirito di gruppo, hanno dato a tutti la dimostrazione di come si organizza un evento e di come lo si porta a compimento. Un grazie a tutti loro: Cristina Missio, Viviana Cacitti, Francesco Nocent, Elena Barberi, Marika Sato, Valentina Lentini, Iacopo e Franco Bardus, Aurora Selenati, Soraya Luri Meret, Anna Coradazzi, Ilaria Cosenza, Marco Orlando, Alberto “Berna” Bertossi, Ernesto Luri, Gianluca Tieppo, Daniel Clocchiatti, Daniele Menis, Marina Talotti, Mariasole Momentè, con il supporto dalle hostess professionali quali Sara Hriber, Martina Giuressi, e con la collaborazione dei PdG del CR Fijlkam del Veneto Diego Filippin, Nicolò Zanesco, Gioia Busato, Paola Pavan, Priscilla Lorenzon.

Come sempre impagabile l’aiuto di Giuseppe Casellato e Emanuela Boso, amici da sempre, e impegnati con la loro presenza in un lavoro prezioso di relazioni e cordiale ospitalità nella gestione dei nostri ospiti. Preciso e puntuale con la dovuta professionalità il supporto alla sicurezza guidato da Maurizio Bertoni e composto da Tiziano Ferrari, Franca Gollino, Daniele Del Toso, Isabella Ermacora.

Come detto sopra la Federazione è stata vicinissima e partecipe all’evento e gli uffici federali sempre a disposizione anche durante le Olimpiadi (che hanno preceduto il Trofeo Tarcento regalandogli la cornice di uno sport italiano in grande crescita).

Con grande professionalità e l’esperienza maturata sul campo (appena rientrato della Olimpiadi di Tokyo) il dr. Stefano Bruno Bonagura ha presidiato l’area medica coordinando l’attività dello staff e le relazioni con l’omologo membro della commissione EJU dr. Hidas.

 

Il report finale della EJU conferma tutto questo attribuendo il massimo punteggio proprio all’area dello STAFF e del comitato organizzatore locale. Tutte buone le altre valutazioni che hanno dato valore e  rispetto alla FIJLKAM e grande immagine ai noi, piccolo club dalla grande passione così come anticipato nella conferenza di presentazione del’evento.

 

Il Judo Kuroki Tarcento ancora una volta ha tenuto la testa alta e la schiena dritta in un panorama  di sport locale dimenticato e abbandonato a se stesso. C’era questa possibilità ed è stata colta: adesso dobbiamo archiviare questa grande edizione del Trofeo Tarcento e lavorare per il nostro futuro. Ma davvero è un futuro normale quello che ci si presenta davanti dove è possibile organizzare un Trofeo internazionale a livello mondiale, ma non una semplice gara per 20 agonisti? Questo ci siamo chiesti e ci stiamo chiedendo e speriamo che come la Fijlkam ci ha permesso questa avventura anche chi ha il potere locale non ostacoli la nostra voglia di fare. Per noi, per il judo e per lo sport.

Il Trofeo Tarcento ha mostrato tanta voglia di judo e noi vogliamo ringraziare gli atleti, i tecnici, i dirigenti e ufficiali di gara che hanno voluto essere presenti alla nostra gara a cominciare da Laura di Toma, consigliere federale, che è stata atleta del Judo Kuroki nell’ultima parte della sua carriera agonistica che ha potuto toccare con mano la qualità del nostro lavoro. La presenza a Tarcento di così tanto judo durante la pandemia e poco prima di Ferragosto ci conferma nella nostra scelta e nel desiderio sempre più forte di andare ancora avanti.